30.9.05

Capri e il suo mito

Capri è un'isola di roccia calcarea e
costituisce l'estrema propaggine del
sistema montuoso della penisola sorrentina.
La costa, con le sue pareti dolomitiche in
molti punti strapiombanti nel mare, è forata
da innumerevoli grotte ed è circondata da
scogli dalle forme fantastiche.
Il Monte Tiberio (m. 334) ad oriente ed il
Monte Solaro (m. 589) ad occidente, sono i
due massicci principali dell'isola, tra i quali
in una sella a cavallo di Marina Grande, lato
nord, e Marina Piccola, lato sud, vi è la
cittadina di Capri (m. 138). L'altro centro
abitato, Anacapri (m. 286), è situato nell'ampia
verdeggiante piana ad occidente del Monte Solaro.
Capri possiede una vastissima varietà di specie
floristiche, annoverandone, su una piccolissima
superficie, ben 850 specie e 130 varietà, comprese
alcune rarità, come la palma nana sopravvissuta
in poche zone inaccessibili. Analogamente, la
fauna, presente con molte specie marine, ne
arricchisce i profondi fondali; anche quella
terrestre annovera moltissimi tipi di uccelli
stanziali, tra cui i caratteristici grandi gabbiani
diomedei, e di sauri, come la rarissima lucertola
azzurra dei Faraglioni. L'etimologia del nome
Capri va ricercata nell'origine greca dei primi
coloni che la popolarono in tempi storici.
Pertanto "Capri non deriva dal latino "Capreae"
(capre), bensì dal greco "Kapros" (cinghiale).
I molti avanzi fossili di questo animale qui
rinvenuti, confermano che essa fu l'isola dei
cinghiali e non delle capre come darebbe ad
intendere la derivazione dal latino. L'isola,
abitata sin dall'epoca paleolitica, in cui era
ancora collegata alla terraferma, fu greca e poi
romana. Cesare Augusto, visitando Capri nel 29 a.C.,
fu talmente colpito dalle sue bellezze che l'acquistò
dalla città di Napoli in cambio della vicina Ischia,
più vasta e più ricca. Il suo successore, Tiberio, vi
dimorò dal 27 al 37 d.C. costruendovi, secondo la
leggenda, dodici ville dedicate ad altrettante
divinità dell'Olimpo e, dalla più imponente di
esse, "Villa Jovis", governò l'impero romano.
Altri Imperatori soggiornarono a Capri dopo
Tiberio e fino al IV secolo d.C. essa fu visitata e
abitata da nobili romani.
L'isola, passata di nuovo al Ducato di Napoli,
nel VI e VII secolo subì le incursioni saracene e
in quelli successivi il dominio dei Longobardi,
dei Normanni, degli Angioini, degli Aragonesi e
infine degli Spagnoli.
L'isola traversò un nuovo periodo di fortuna nei
secoli XVII e XVIII, all'unisono con il grande
rigoglio politico ed artistico di Napoli, per
l'esistenza di una attiva diocesi e per i privilegi
che le erano stati concessi dagli Spagnoli e poi
dai Borboni. Ne sono testimonianza le stupende
architetture di chiese e conventi sorte nei due
centri urbani.
A partire dalla seconda metà del '700, l'isola fu
prescelta come soggiorno dai Borboni, che vi si
recavano per la caccia alle quaglie, e come meta
di viaggio. Molti tra i visitatori che sempre più
frequentemente scendevano dal nord verso la
favolosa primitività del sud, la inclusero nei loro
itinerari e ne trasmisero al mondo le prime
immagini. Purtroppo al loro seguito iniziarono
anche le sistematiche spoliazioni delle vaste
rovine di origine romana, conservatesi intatte
nei secoli, che hanno devastato e disperso un
ricchissimo patrimonio, di cui oggi restano
soltanto poche tracce concentrate negli scavi
ripresi successivamente.
Dalla prima metà del secolo scorso, al seguito
della scoperta della Grotta Azzurra, comincia
l'afflusso di visitatori italiani e stranieri, attirati
qui dal clima, dall'ospitalità degli abitanti, dai
colori e dalla magnetica atmosfera dei luoghi.
Scrittori, pittori, intellettuali, esuli, ricchi ed
eccentrici visitatori, a partire dalla fine dell'800
e fino alla seconda guerra mondiale, la prescelsero
come residenza abituale o stagionale, erigendovi le
loro ville e contribuendo a crea
re quella variegata
e cosmopolita colonia multilingue che ha poi reso
famoso il nome di Capri e ne ha creato il mito.

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